Data partenza: 28.05.2010
Data arrivo: 17.06.2010
Numero Viaggiatori: 2
Spesa: Tra 2000€ e 3000€
Meta: On the Road
Il viaggio è durato 23 giorni e ad ogni giorno corrispondeva una tappa, tranne New York (a cui abbiamo dedicato tre giorni) e San Francisco (2 giorni).
Ecco le tappe del nostro viaggio: New York, Washington, Cincinnati, St Louis, Springfield, Oklahoma City, Amarillo (Palo Duro Canyon, Cadillac Ranch), Albuquerque, Holbrook (Painted Desert, Petrified Forest), Mexican Hat (Monument Valley), Tusayan (Grand Canyon), Las Vegas, Death Valley, Lee Vining (Yosemite National Park, Mono Lake), San Francisco, Morro Bay, Los Angeles
28.05.2010 – h. 8.45
MILANO - NEW YORK
Quando ho sentito il piccolo velivolo rosso dell’AirBerlin alzarsi bruscamente (…ma puntualmente, cosa che ci ha tranquillizzato parecchio, perché il fatto che fosse un aereo ad elica ci aveva messo un po’ d’ansia!) ho finalmente realizzato: LA NOSTRA GRANDE AVVENTURA E’ INIZIATA!!!
h 4.00 (22.00 ora italiana)
NEW YORK
Finalmente la nostra lunghissima giornata (24 ore in piedi di fila!) è finita! Per fortuna il viaggio è andato benissimo, i due voli della AirBerlin sono stati puntuali e precisi, anzi il volo Dusseldorf –NY è arrivato con mezzora di anticipo! Considerando il prezzo pagato (1200€ per due voli Milano-NY + due Los Angeles-Milano) il trattamento è stato eccellente. Se dovesse capitare, sceglieremo ancora AirBerlin.
I controlli per l’ingresso negli USA sono moltissimi e precisi: siamo stati perquisiti più di una volta come se fossimo terroristi prima di riuscire ad imbarcarci… probabilmente anche a causa del gigantesco phon che mi porto sempre appresso e che somiglia ad un’arma! Lo sbarco al JFK, che ci preoccupava di più, è invece filato liscio come l’olio! Nessun intoppo, neppure per la scorta di sigarette e medicinali che portavamo ai nostri amici che vivono a Cincinnati da poco, e che tra pochi giorni raggiungeremo… anzi l’agente nero che ci chiede per quale motivo siamo negli USA, alla nostra risposta “It’s our honeymoon” si alza in piedi e, stringendoci la mano, con un gigantesco sorriso ci risponde: “CONGRATULATIONS!”. Emozionati e stupiti ci rendiamo conto di aver toccato con mano per la prima volta la proverbiale gentilezza degli americani… ragazzi… SIAMO A NEW YORK!!!
Il nostro viaggio prevede tre giorni per visitare la City, prima di metterci on the road in viaggio per l’altra costa. Per raggiungere il nostro albergo prendiamo allora il trenino della Airtrack (7$) fino alla stazione della metro di Jamaica, e da lì, la metro per la fermata più vicina al nostro albergo (Herald Square Hotel, 19 West 31st Street). I bagagli sono pesantissimi (poiché ci aspetta un viaggio lungo e vario, soprattutto come clima, abbiamo appresso pochi capi, ma per ogni temperatura… dalla canottiera al maglione di lana!), noi siamo stanchi e la strada parecchia, e ora che arriviamo all’hotel siamo stravolti… ma quasi non ce ne accorgiamo, New York è fantastica e sembra di stare dentro ad un film! E un signore incontrato nell’ascensore dell’hotel ha perfino l’ironia di farci notare che per un solo piano potremmo anche usare le scale…!
Scarichiamo i bagagli, una doccetta e via, pronti per scoprire la Grande Mela.
Facciamo fatica a realizzare di star percorrendo davvero le strade viste centinaia di volte nei film… passiamo la serata con la fotocamera in mano e il naso all’insù, ci sentiamo come se stessimo sognando, ma tutto è incredibilmente VERO! Ceniamo in una Steak House vicino a Times Square con un’ottima bistecca con contorno di patate al cartoccio, mettendo per la prima volta alla prova il nostro inglese e cercando di capire la differenza tra i vari piatti fotografati sopra al banco delle ordinazioni… incredibile, riusciamo ad avere nel piatto la stessa cosa che avevamo in mente! Con gli occhi ancora pieni di luci, gente e colori torniamo al nostro albergo (distante una decina di minuti a piedi da Times Square) sentendoci incredibilmente al sicuro, probabilmente più che a Como la sera… sarà anche merito della quantità incredibile di forze dell’ordine che tappezzano la città?
LE SPESE DI OGGI:
Voli Milano-NY = 440€
Pranzo al Nordsee in aeroporto = 10€
Navetta JFK-Jamaica = 10€
Cena = 28€
I KM DI OGGI: TANTI, TUTTI A PIEDI!
29.05.2010 – h. 8.00
NEW YORK
Nel nostro primo American day, complice il fuso orario, ci svegliamo presto ma un po’ stralunati, e alle 8 siamo già alla ricerca di un posto dove fare colazione. Ci sembra scontato scegliere Starbucks… dove non capiamo quasi nulla di quello che ci viene detto, lasciamo senza rendercene conto una mancia che rende molto felice la ragazza dietro al bancone e riusciamo a bere un immenso cappuccino condito con tutto ciò che troviamo, con l’unico risultato di non riuscire a digerirlo per tutto il giorno! Per la modica cifra di 23$ prendiamo anche una torta e un “Protein Mix”, con uova, frutta e altre cose fresche.
La giornata è nuvolosa e scende anche qualche goccia di pioggia, ma si rischiara nel giro di poche ore, e noi partiamo a piedi alla scoperta della City. Oggi visitiamo: Il Chrysler Building (dove stanno girando un film… wow!) e la statua di Prometeo, la St. Patrick Cathedral, la Central Station, sbirciamo il Palazzo di vetro dell’ONU, passeggiamo ancora increduli per la Fifth Avenue, e poi in Central park (dove ci facciamo anche un pisolino nei prati), andiamo a vedere il Guggenheim Museum (ma solo da fuori), per poi proseguire con una passeggiata in Little Italy. Qui c’è una divertentissima processione per Sant’Antonio, dove uomini vestiti come ne “Il padrino” trasportano la statua del Santo davanti alle varie attività commerciali e la fanno pittorescamente ruotare su se stessa quando ricevono delle offerte in denaro! Ci spostiamo poi nella vivacissima China Town e, passando per il mercato, pranziamo con un hot dog preso a una bancarella e un bicchiere di frutta fresca da un’altra… Nel girare per la città ci rendiamo conto che il traffico automobilistico è composto al 70% da taxi, è straboccante di bandiere americane e non è caotica come ci aspettavamo: è calda, ordinata e umana, e antico e moderno convivono armoniosamente creando un’architettura unica. Noi ci siamo sentiti subito “a casa”! Sarà anche a causa del fatto che abbiamo già visto mille volte nei film ogni angolo di questa metropoli? Eppure… non ho ancora pienamente realizzato di essere davvero a NY!
Verso le 5 del pomeriggio andiamo all’hotel con l’intenzione di riposarci un po’ prima di uscire per cena ma, probabilmente per colpa della stanchezza del giorno, il fuso, il letto comodissimo e il post-matrimonio (la “grande corsa” è finita solo due giorni prima!) ci addormentiamo della grossa e ci risvegliamo alle 21,30. Troppo sonno e zero fame, quindi… restiamo a letto!
LE SPESE DI OGGI:
Colazione = 16€
Pranzo = 4€
I KM DI OGGI: sempre tanti, metà a piedi e metà in metro.
OSSERVAZIONE DEL GIORNO: la gentilezza degli americani è tanto leggendaria quanto reale. Sono sempre tutti pronti ad aiutarti senza che tu neanche lo chieda… a noi italiani questa cosa sembra così incredibile che ogni volta ci viene da chiederci se non stiano tentando di fregarci!
30.05.2010 – h. 6.00
NEW YORK
Il fuso e la mega-dormita (più di dodici ore!!) ci fanno svegliare all’alba belli pimpanti. Facciamo una doccia e prendiamo un caffè veloce alla macchinetta nella lobby del nostro hotel (solo oggi abbiamo scoperto la sua presenza!) e, da veri americani, con il caffè da asporto in mano, andiamo a prenderci due sandwich con uova e prosciutto (io) e bacon, uova e formaggio (Andrea): la cena saltata si fa sentire! Oggi la giornata è calda e limpida e partiamo alla ricerca del Flatiron Building, il primo bellissimo grattacielo di NY, dove scatto decine di foto! Poi facciamo un giretto in Union Square, dove prendiamo la metro per il tanto atteso Brooklyn Bridge; qui raggiungiamo a piedi la prima torre e restiamo incantati dalla gigantesca struttura.
Prendiamo nuovamente la metro e raggiungiamo Wall Street e il Financial District con il Charging Bull, ancora increduli di toccare con mano i luoghi dove si fa l'economia mondiale; poi via di nuovo verso la Trinity Church, in cui ci fermiamo ad ascoltare le prove di canto di un suggestivo coro gospel, e Ground Zero (sempre toccante, ora è un cantiere). Ci dirigiamo quindi a Battery Park, dove abbiamo prenotato la visita per la Statua della Libertà (da qui partono i traghetti per Liberty Island).
I biglietti prenotati online qualche mese fa ci permettono di risparmiarci una delle molte e lunghissime code per il battello, così ci restano da fare “solo” le code per i controlli di sicurezza. Dopo l’11 settembre poi gli americani hanno paura anche della loro ombra, e i controlli sono estenuanti…
Purtroppo nonostante la prenotazione anticipata non siamo riusciti ad aggiudicarci la visita alla corona, ma quella al piedestallo è comunque soddisfacente! L’emozione più grande è comunque contemplare la Statua avvicinandosi con il traghetto… Lo skyline poi è uno spettacolo, e non si può dire che non si noti il vuoto lasciato dalle Torri gemelle... Al ritorno andiamo al Pier 17, ex molo dei pescatori ora diventato centro commerciale, dove pranziamo con una costosa ma leggera chicken salad e uno strafogosissimo milk shake, contemplando il Brooklyn Bridge. Facciamo poi una passeggiata lungo Broadway e un tentativo di tornare in hotel, ma la linea della metro è fuori uso così camminiamo ancora per qualche miglio attraversando Canal Street, poi facciamo una breve sosta in hotel. Quando usciamo, veniamo fermati da uno strano personaggio sulla 7° strada che vuole assolutamente fare una foto con me (NY è anche questo!) la cosa mi spaventa un po’, ma dopo essercene liberati proseguiamo poi per l’Empire State Building dove, dopo più di un’ora tra code e controlli (nonostante anche qui avessimo i biglietti preacquistati online!), 6 piani e piedi e tanta fatica, arriviamo all’86° piano mentre sta calando il sole. Il panorama ci emoziona e ci lascia senza fiato, New York dall'alto è bellissima e lo è ancora di più dopo aver sognato questo momento per tutta la vita... le foto si sprecano! Mentre contempliamo il quadrato di Cantral park dall'alto (è incredibile quanto sembri piccolo da lassù!) un elicottero di poliziotti si avvicina in volo e... SORPRESA! Salutano i turisti facendo ciao-ciao con la manina! Ormai stanchissimi, dopo essere tornati con i piedi a terra facciamo un giretto da Macy’s poi ceniamo in un “all you can eat” cinese vicino alla sempre spettacolare Times Square, dove nella stanchezza generale riesco a dare ben 7$ di mancia all’antipatica cameriera cinese, e per questo mi mangerò le dita tutta la sera!
LE SPESE DI OGGI:
Colazione = 4€
Biglietti Statua della Libertà = 17€
Pranzo = 18€
Biglietti Empire state building = 30€
All you can eat = 28€
Hotel = 558€ (3 notti)
I KM DI OGGI:
Un macello, sempre un po' a piedi, un po' in metro e un po' in battello.
OSSERVAZIONE DEL GIORNO: mentre in tutte le parti del mondo si parlano almeno due lingue, quella locale e un’altra, nei nazionalistici USA si parla solo la loro!
I neri, in base a quello che abbiamo visto in questi giorni, sembrano essere circa il 50% della popolazione, e occupati principalmente nelle forze dell’ordine.
31.05.2010 – h. 6.00
NEW YORK – WASHINGTON
Il fuso ci aiuta ancora, così alle sei siamo già in piedi… facciamo le borse, la colazione nella lobby (solito caffè!) il check-out in hotel e… per la prima volta prendiamo un taxi newyorkese! Lo chiamiamo, davanti all’hotel, proprio come nei film, alzando il braccio e pensando “Era una vita che sognavo di farlo!”
Un ragazzino nero ci porta in meno di dieci minuti al Car Rental della Hertz, dove abbiamo prenotato la nostra compagna di viaggio che ci porterà fino al Pacifico, una Toyota Prius. In meno di cinque minuti sbrighiamo le pratiche, ci cacciano le chiavi in mano e siamo in strada a destreggiarci tra “One Way” e pedoni ribelli… Andrea comincia a prendere confidenza col cambio automatico, mentre io mi studio un po’ il libretto di istruzioni del mezzo. Mezzoretta di viaggio e i grattacieli vengono sostituiti da campagne e fattorie. Facciamo sosta in un’area apposita e ci ingurgitiamo una serie di golosissime americanate alla cannella innaffiate di succo d’arancia! Dopo circa quattro ore siamo a Washington. Per le autostrade americane si viaggia bene, sono ordinate, pulite e senza traffico, gli americani oltrepassano solo di poche miglia orarie il limite e viaggiano ordinatamente nella loro corsia, quasi in colonna.
Arriviamo a destinazione un’oretta abbondante prima di quanto avevamo previsto, così, trovato l’albergo (anche se con un po’ di difficoltà perché il navigatore ci dava come trafficabili alcune strade aperte invece solo in altri orari), parcheggiamo e decidiamo di cominciare a guardarci in giro.
Scopriamo allora che oggi qui negli USA si festeggia il Memorial Day, quindi i parcheggi fortunatamente sono gratuiti (altrimenti sarebbero stati 30$ al giorno!) e quando raggiungiamo la White House e il Washington Monument veniamo a sapere che stiamo anche per assistere ad una parata in grande stile, con bande musicali e abiti tipici! C’è moltissima gente che applaude e sventola bandierine americane, nonostante il caldo atroce che fa gocciolare anche all’ombra! La parata è molto rappresentativa del vero spirito americano, la seguiamo con curiosità per mezzoretta poi proseguiamo per il Lincoln Memorial… il caldo però è davvero insopportabile e decidiamo di fare una sosta in albergo (State Plaza Hotel, 2117 E St. NW, Washington D.C.) per rinfrescarci con una doccia, fortunatamente molto vicino e in posizione davvero strategica... ma anche poco turistica: intorno ci sono solo uffici governativi, e se s’è qualche bar/ristorante, probabilmente oggi è chiuso a causa della festività… Lo State Plaza si rivela comunque elegante e curato, e noi abbiamo a disposizione una vera suite con king bed e cucinino attrezzato. Quando usciamo il tempo si è fortunatamente rinfrescato (e rannuvolato!) e ne approfittiamo per andare a fare un altro giretto fino al Campidoglio e al 2nd World War Monument, maestoso come tutto il Memorial park. Mettiamo a tacere la fame con un numero indefinito di hot - dog presi dagli ambulanti per strada (non abbiamo altra scelta… è tutto chiuso!) e ci fiondiamo nel nostro king bed… alle 22 stiamo già russando!
LE SPESE DI OGGI:
Taxi = 5€
Noleggio Prius = 845€
Colazione da Cinnambon = 14$
Hot dog e bevande = 25$
State Plaza Hotel = 152$
I KM DI OGGI: 370
I KM DI OGGI: 370
OSSERVAZIONE DEL GIORNO: nonostante la quantità di gente in giro, il Memorial park è abitato anche da moltissimi animaletti: abbiamo visto e fatto amicizia con decine di socievoli scoiattoli!
1.06.2010 – h. 5.00
WASHINGTON - CINCINNATI
SVEGLIA! Oggi raggiungiamo i nostri amici Francesca e Andrea che vivono a Cincinnati da qualche mese. Abbiamo otto ore di viaggio davanti, la tappa più lunga di tutto il coast to coast, così alle 6.30 siamo già in strada con la nostra Prius. Il viaggio scorre tranquillo, il paesaggio è rurale ma emozionante: è tutto come nei film! Le casette sono in legno, con il tetto a punta ed enormi pickup parcheggiati fuori, e ancora più grandi silos accanto. I camion americani sono bellissimi, immensi e pittoreschi, e quando ci passano a fianco in autostrada fanno quasi paura! Addirittura ci troviamo accanto a cose folli tipo tre motrici di tir incastrate una sopra l’altra come giganteschi giocattoli... e trainate da una quarta e caravan grandi come camion che rimorchiano un pickup (probabilmente il mezzo più “piccolo” da usare in vacanza!) Intorno è tutto verde, e oggi abbiamo visto, nell’ordine: uno scoiattolo che attraversava la strada con tutta calma in Washington centro, una tartaruga gigante attraversare l’autostrada (!!!) e decine di cerbiatti, marmotte e altri animaletti morti ai lati dell’autostrada. Il viaggio è lungo (10 ore con le pause!) ma la Prius è straordinariamente comoda, inoltre con cambio automatico e cruise control, guidare è davvero rilassante! Ci fermiamo a fare sosta più volte nelle varie aree apposite (tipo i nostri autogrill) e li troviamo sempre molto curati, puliti (questo niente a che vedere con i nostri autogrill!) e con prodotti anche ad ottimo rapporto qualità prezzo, come torte fresche intere a pochi dollari (questo sicuramente improbabile da noi) e, parcheggiate fuori, auto che ci fanno brillare gli occhi! Vediamo poi il nostro "primo sceriffo"... ebbene, sono emozionata come una bambina! Poi incontriamo lo scuolabus, che per noi diventerà Mostro Giallo essendo il "terrore" di Marito, dato che quando lui si ferma... tutto si ferma! E per Marito questa cosa è incomprensibile!
Le autostrade americane poi (a pagamento solo nel circondario di NY) sono davvero piacevoli da percorrere: ampie e diritte, non c’è traffico ne matti al volante, e si viaggia fluidamente. Noi intanto ci immergiamo completamente nell’ambiente circostante ascoltando piacevolissime radio country, e alle 16.30 siamo a Hebron, paesino vicino a Cincinnati, dove vivono i nostri amici. Andrea e Francesca vivono in una bella zona, molto verde, in una tipicissima casa americana senza recinzione, con la cassetta delle lettere sulla strada e tantissime stanze! Incredibile sentir di nuovo parlare italiano… La serata scorre magnificamente, tra mille chiacchiere e una cena da favola in Cincinnati centro, dove dopo l’antipasto (pasta con formaggi) io avrei potuto anche andare a casa soddisfatta! A mezzanotte la nostra lunga giornata si conclude in una confortevole cameretta tutta per noi.
LE SPESE DI OGGI:
Benzina = 24€
I KM DI OGGI: 820
PARZIALI: 1190
OSSERVAZIONE DEL GIORNO: in una discussione in cui abbiamo messo a confronto gli USA e l’Italia… sia da turisti che da residenti, gli USA vincono dieci a zero!
2.06.2010 – h. 8.00
CINCINNATI-ST LOUIS
Questa mattina salutiamo con dispiacere la nuova casa dei nostri amici, anche se l’entusiasmo per tutto quello che abbiamo da vedere ci spinge a metterci subito a bordo! Oltrepassiamo il confine dell’Ohio e poco dopo di quello dell’Indiana, e arriviamo nel Missouri, a St Louis (...sembra che abbiamo percorso parecchia strada ma i tre confini sono vicinissimi.) Troviamo senza difficoltà il nostro motel (Days Inn Lindbergh Boulevard, 654 South Lindbergh Boulevard) e ci rendiamo conto subito che non è un granché, ma per una notte e quello che ci costa va più che bene… Comunque dignitoso e pulito, oltretutto ci fanno subito un upgrade al king bed (probabilmente perché in fase di prenotazione abbiamo specificato a tutti che siamo in viaggio di nozze!) e questa cosa ci rende oltremodo felici... In camera notiamo la presenza di una Bibbia nel cassetto del comodino, poi ricordiamo che negli USA la fede cattolica è sicuramente più sentita che in Italia, soprattutto quando ci si allontana dalle grandi città. Scarichiamo i bagagli e partiamo alla scoperta di Saint Louis! La città è costruita sulle sponde del Mississippi e il suo passato è legato al commercio fluviale. La nostra prima tappa è il Gateway Arch: dopo aver parcheggiato nell’autosilo immediatamente sotto il parco dell’arco, andiamo a dare un’occhiata alle rive del Mississippi (immenso e… sporchissimo!) e improvvisamente ci troviamo davanti al gigantesco arco! E’ splendido nella sua imponenza (è alto quasi 200 m), davvero spettacolare ed elegantissimo da qualsiasi prospettiva lo si guardi. Quando arriviamo esattamente sotto scopriamo che è anche possibile salirci: con 10$ si visita il piccolo museo interrato, con un percorso guidato che racconta brevemente la storia della città e il significato della costruzione del Gateway Arch. Al termine del museo un ascensore, che si presenta quasi come una giostra a ovetti, ci porta in cima all’arco. Nell’ovetto, che porta 5/6 persone, condividiamo il pochissimo spazio con un americano ed una coppia di tedeschi, ed è allora che davvero realizziamo quanto poco studiamo l’inglese in Italia: i ragazzi tedeschi sostengono perfettamente una conversazione complessa con l’americano, dove noi, che pure tante volte ci siamo sentiti dire all’estero “parlate bene inglese per essere italiani!” cogliamo solo alcune parti del discorso… Scendiamo dagli ovetti e dopo qualche gradino raggiungiamo la cima. Dalle finestrelle orizzontali il panorama è eccezionale e a causa della loro inclinazione la sensazione è quella di cadere… Andrea ed io concordiamo che ne è valsa assolutamente la pena!
Quando scendiamo, facciamo un giretto fino alla Old Courthouse e ci cominciamo a rendere conto che nelle “giovani” città americane non esiste il “centro” così come siamo abituati a concepirlo noi europei, un nucleo più antico, magari pedonale e pieno di negozi… Questi ultimi chiudono prestissimo (anche alle 17) e dopo le 18 non resta molto altro da fare, per noi turisti, che cenare o guardare la partita (a St Louis stasera si gioca un importante match di baseball!). Inoltre l’impressione è proprio che questa città sia nata per il commercio e il business, quindi nel nostro breve giro della zona, oltre che palazzi moderni e negozi chiusi, non troviamo.
Toniamo quindi al nostro motel attraversando una periferia non proprio raccomandabile e proviamo a farci una nuotata in piscina, ma l’acqua è gelata quindi non resistiamo più di un minuto! Ripieghiamo allora su una calda doccetta, poi usciamo e ceniamo in un fast food a un paio di minuti dal motel dal simpatico nome di Five Guys (e in effetti ci lavorano davvero giusto-giusto cinque ragazzi!) che dall’esterno non ispira un granché, ma dove mangiamo uno dei migliori hamburger (come qualità e come prezzo) di tutto il viaggio. Poi, a nanna!
LE SPESE DI OGGI:
Benzina = 36$
Biglietti per il gateway Arch = 20$
Cena = 20$
Motel = 46$
Parcheggio a St. Louis = 6$
I KM DI OGGI: 570
PARZIALI: 1760
OSSERVAZIONE DEL GIORNO: negli USA quando vedete in autostrada il cartello “Attenzione animali”, gli animali ci sono davvero!
3.06.2010 – h. 8.00
ST. LOUIS-SPRINGFIELD
Dopo dieci ottime ore di sonno (qui negli States i letti sono tutti DAVVERO confortevoli!) finalmente ci svegliamo e facciamo una bella colazione nella sala corretta del motel. Ci “accontentiamo” di caffelatte con cornflakes, uova sode, pane e waffles tostati con sciroppo d’acero e succo d’arancia… poi, con la pancia piena, ci mettiamo in marcia! Oggi avremmo “solo” 3 ore di guida davanti, quindi scegliamo di evitare l’autostrada per godere il più possibile dei paesaggi dell’entroterra americano e poter percorrere finalmente LEI, la strada leggendaria, il simbolo della libertà e del sogno americano… la Mother Road, la ROUTE 66!
Il viaggio si prolunga quindi di un paio d’ore, ma per alcuni tratti quel che resta della Route 66 scorre proprio parallela all’autostrada, quindi il nostro tragitto cambia di poco, e… mai scelta fu più azzeccata. Non ci resto proprio tempo per annoiarci, ogni miglio ci incanta per qualcosa di diverso… le casette americane in legno, i grandi pickup parcheggiati sul vialetto, le file di cassette della posta sulla strada (e ogni volta che le vediamo, ci diciamo: se fossimo in Italia, non si salverebbe nemmeno una cartolina!)… E poi le strade incredibili che sembrano montagne russe, i grossi camion lucidi come se fossero appena usciti dalla concessionaria… Sulla strada cominciamo a vedere i segnali del passato di queste zone legate alla Route 66: da fast food che mantengono viva la leggenda, dove ci beviamo un "cafferino", a paesi fantasma che trasmettono tutta la desolazione di zone un tempo vivaci e frequentatissime, e ora ridotte a ruderi abbandonati…
Ci fermiamo allora a curiosare la “vera vita americana” facendo un giretto nel supermarket (un Walmart) di un paesino chiamato Owensville, e mentre cerchiamo di capire gusti e abitudini dell’americano medio, ne approfittiamo per acquistare qualcosa, fra cui pane, affettato di pollo e un inquietante formaggio arancione flou (con cui pranzeremo più avanti nell’area attrezzata di una piazzola di sosta) e, naturalmente, una bottiglia di Original Syrup, di cui ce n’è uno scaffale pieno! Qui è impossibile non notare le bandiere americane di ogni forma e dimensione in vendita al supermercato, e soprattutto non farci tentare dall’acquisto di qualche bandierina per la nostra nuova casetta! E naturalmente impossibile acquistare abbigliamento... nonostante io non sia certo mingherlina, entro due volte nelle taglie più piccole da donna!
Restiamo poi ancora una volta stupiti dalla cortesia di questa gente: in cassa ci salutano e ci chiedono come stiamo, e quando sentono l’accento straniero, ci chiedono con interesse da dove veniamo, se siamo in vacanza e… se ci piacciono gli Stati Uniti! Ma… CHE DOMANDA!!!
All’uscita ci troviamo perfino un vecchietto che, accanto ad un pickup più vecchio di lui, ci dice: “Stavo osservando la vostra stana macchina…” deve essere che non si vedono molte Prius da queste parti!
Quasi arrivati a Springfield ci facciamo tentare anche da un gigantesco gift store, dove riempiamo il carrello di souvenir (soprattutto della Route 66) per noi, famiglie ed amici.
Riprendiamo il viaggio tra aquile che ci volano accanto e casette così perfette da sembrare finte, e alle 17 circa siamo a Springfield. Non ci mettiamo molto a renderci conto che questa cittadina è ancora più priva di vita di St Louis, almeno secondo il nostro standard italiano… facciamo un breve giro delle vie principali e poi andiamo a prendere la nostra stanza al motel (Best Western Route 66 Rail Heaven, 203 South Glenstone, Springfield, MO) e questo ci dà davvero soddisfazione!
Tipico motel da film, vanta nientemeno che origini legate alla Route 66 al momento del suo massimo splendore, e lo testimoniano le splendide auto d’epoca parcheggiate all’ingresso, nonché le pompe di benzina originali Phyllis 66 e quadri con foto d’epoca nella stanza!
Ci mettiamo in ordine, poi usciamo per cena al vicinissimo e altrettanto tipico “George’s” (sembra di essere entrati in una puntata di Happy Days), dove mangiamo benissimo per 26$ mancia inclusa un piatto di anelli di cipolle che sembrano dopate tanto sono grosse, mentre io, che già risento di quest’alimentazione ipergolosa, mi dedico ad una zuppa, di cui comincio a sentire la mancanza! Ci facciamo ancora una passeggiata per le vie deserte del paese e poi, a nanna!
LE SPESE DI OGGI:
Benzina = 11$
Cena = 26$
Motel = 72$
Supermercato = 35$
I KM DI OGGI: 350
PARZIALI: 2110
OSSERVAZIONE DEL GIORNO: L’orgoglio nazionalista americano si riflette in ogni cosa… in vendita troviamo costumi da bagno decorati come la bandiera americana, oltre che t-shirt e ciabattine da mare!
In Italia, qualcuno FORSE potrebbe portare qualcosa del genere solo in coincidenza dei mondiali di calcio!!!
Questo diario è di Nicoletta. Continua a seguirci per la seconda parte...Il viaggio non finisce qui.
Questo diario è di Nicoletta. Continua a seguirci per la seconda parte...Il viaggio non finisce qui.
Trovi la seconda parte qui: USA 2010. FROM ATLANTIC TO PACIFIC (parte 2)
e la terza e ultima parte qui: USA 2010. FROM ATLANTIC TO PACIFIC (parte 3)
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