Al via il festival di Avignone

La città provenzale ospita dal 2 al 26 luglio l’evento teatrale più importante di Francia
Compie 65 anni il festival di Avignone (www.festival-avignon.com), grande appuntamento artistico creato dal regista Jean Vilar, vero crogiolo di sperimentazioni d’avanguardia che dal 2 al 26 luglio coinvolgerà l’intera città provenzale. Per tutto il mese di luglio giorno e notte si susseguiranno più di 300 rappresentazioni teatrali, concerti, letture, mostre, film e spettacoli di danza. Non si dormirà nella città dei Papi, le vie del centro si animeranno, come nel Medioevo, di giocolieri, attori e mimi e interi quartieri, come quello di Saint-Louis, saranno aperti a conferenze e a dibattiti.

Durante il festival la città si trasforma in un enorme palcoscenico: ogni strada, piazza, ponte, chiesa, palazzo, cortile viene invaso da centinaia di migliaia di spettatori e curiosi che si riversano nelle vie del centro per assistere ai diversi appuntamenti di artisti più o meno famosi che si esibiscono e che improvvisano. Nella celebre kermesse si distinguono il festival In, riservato agli artisti già affermati, e quello Off, che ospita aspiranti attori e autori in cerca di riconoscimento.
Ogni anno una commissione scopre e propone nuovi luoghi per il festival anche se il più suggestivo e leggendario, nonché il primo, dove si svolge l’evento è la corte d’onore del palazzo dei Papi: seduti tra antiche mura, accanto ad archi ogivali e sotto una cascata di luci, duemila spettatori assistono alla magia delle rappresentazioni. Le opere sono per lo più in lingua originale, una babele di lingue e culture che emozionano e coinvolgono.
Il festival è anche un’occasione per riscoprire la bellezza architettonica della città francese e i suoi tanti tesori artistici. A cominciare dal celebre ponte Saint Bénezet, eretto sulle acque del Rodano, talmente bello che l’Unesco l’ha dichiarato patrimonio mondiale dell’Umanità. Secondo la leggenda il ponte, completato nel 1185 e più volte ricostruito, fu edificato da un giovane pastore per ordine divino; oggi del progetto originale restano solo quattro arcate e una cappella, ma la celebre costruzione attira sempre la curiosità di visitatori da ogni parte del mondo.
Durante il festival si possono riscoprire le numerose testimonianze del suo ricco passato di capitale trecentesca dell’Occidente cristiano; ammirare le straordinarie collezioni d’arte racchiuse nei suoi palazzi; godersi lo spettacolo dalle terrazze di place de l’Horloge e accedere al palazzo dei Papi, l’altro vanto della città. Il palazzo, circondato da mura fortificate, lunghe oltre 4 chilometri, fu residenza papale, fortezza, luogo di culto e sede amministrativa, che i diversi papati regnanti arricchirono e trasformarono: avviato sotto Benedetto XII come dimora turrita, venne ingentilito da elementi architettonici tardogotici e da numerose opere d’arte. Papa Clemente V lo fece ingrandire con una sala d’udienza sul lato meridionale; sotto Innocenzo VI furono erette le torri di san Lorenzo e della Grazia e fu Urbano V a volere la galerie Roma nel giardino superiore.
Lo splendido complesso comprende l’austero palais Vieux, costruito sotto il pontificato di Benedetto XII, e il palais Neuf, che rispecchia i gusti lussuosi di papa Clemente VI. Ci sono anche il Petit palais, antica dimora degli arcivescovi della città che conserva una stupenda collezione di dipinti di scuola italiana – a testimonianza dei legami privilegiati che l’antica città pontificia aveva con l’Italia degli Angioini - e le livrées, residenze dei cardinali e di uomini potenti. Bellissima è la livrées di Ceccano, oggi biblioteca comunale.
I Papi sono stati i signori, non solo spirituali, di Avignone che venne scelta nel 1309 come centro dell’esilio coatto da Roma, una prigione dorata dal quale partivano lettere, bolle e scomuniche dirette in tutta Europa. Per decenni Avignone fu un’oasi felice di ricchezza e di tranquillità, dominata da ecclesiastici cui pervenivano ingenti somme di denaro, frutto di tasse, elemosine, elargizioni e, soprattutto, indulgenze. La vita della città sotto il potere pontificio – sette furono i Papi ad Avignone - fu ricca, mondana e costruttiva: vennero riorganizzati diocesi e sistemi monastici e conventuali e si incoraggiarono la letteratura e le arti. I pontefici di Avignone, veri e grandi principi, furono anche mecenati generosi: chiamarono importanti artisti come Simone Martini, incaricato nel 1340 dal cardinale Stefaneschi di affrescare la cattedrale Nôtre-Dame-des-Doms e Matteo Giovannetti che dipinse le sale pontificie del Palazzo.
Nel massimo periodo del suo splendore Avignone era, dopo Parigi, la città più importante di Francia: bella, grande, ricca e colta. In seguito, dopo l’età pontificia, la città conobbe un nuovo periodo aureo nel Seicento, quando la sua fisionomia venne modificata per essere adattata al gusto del tempo, che ricostruiva strade e abitazioni secondo un gusto neo-medievale. Ancora oggi, infatti, passeggiando per il centro della città è possibile ammirare vicoli e scorci deliziosi come rue des Teinturiers, dove le vecchie ruote di legno dei mulini seguono il lento fluire dell’acqua del fiume Sorgue.

fonte: www.ansa.it

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